qui.accanto / 31

Mi alzo prima io, vado nel bagno e poi vestito lo sveglio, lo saluto, esco a fare colazione coi giornali. Così da sempre, dalla prima mattina. Questa mattina l’abitudine nel buio mi ha fatto fare piano. Ho imparato a scivolare via dalle coperte. Jacopo però non c’era. Ancora non era arrivato. La mia paura del vuoto non è da piccolo, è venuta con gli anni. Piango in tutti gli aerei, piango già in aereoporto, appena sono a terra è come non avessi mai volato, il passato ci mette un secondo a sparire. Adesso è arrivato, mi ha mandato un sms. Jacopo non ha paura sugli aerei, io questa mattina ero immobile per impedire al mio cervello di pensare a Jacopo sull’aereo. Come avevo cominciato a scivolare fuori dalle coperte sono rientrato a fare finta di dormire, facevo il gioco che ho sempre fatto di fingermi morto. Un sms è arrivato all’ora sbagliata. Non era Jacopo e non ho risposto, sono tornato a fare il morto. Poi è arrivato lo sms di Jacopo che era arrivato, sono andato a lavarmi e ho aperto le persiane e ho sperato che questa notte avesse fatto freddo, che le foglie si fossero almeno un poco arrossate invece è ancora estate, i ciliegi, forse, sono appena colorati, ma loro cominciano presto. Ho solo riso un pochino perché mi veniva da cantare -:odio, l’estate, che ha dato i suoi colori al nostro amore-.

2 commenti»

  lukiz wrote @

oh, questa terribile canzone.
🙂
(io, forse, comincio a odiare questo clima di novembre inoltrato).

  federico novaro wrote @

accidenti quanto t’ho tenuta in attesa: non avevo visto che c’era un comm nuovo. perdona! (nel frattempo primavera sembra essere arrivata)


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